Torino è casa mia

“Torino è casa mia” l’ha detto Culicchia, ma lo penso anche io perché non è una città come un’altra, non solo per le alpi che la circondano. La si detesta per lo smog, qualcuno la ama per la Juve, e ci viene apposta per vederla sempre vincere, ma la si rimpiange quando vivendo all’estero, ci si perde la sua vita esplosiva culturale, che germoglia sotto vari nomi e forme.  Per molti italiani e stranieri, continua a essere una città industriale, perché la Fiat, ma anche il Lingotto, in passato hanno dato lavoro a quegli operai arrivati in treno dal Meridione e dal Nord-est non ancora baciato dal Miracolo.

A proposito dei migranti, i torinesi si lamentano che “dalla stazione di Porta Nuova,  sono arrivati in troppi, prima tutti quei siciliani, poi tutti quei calabresi, i napoletani, i pugliesi, i marocchini, i tunisini, gli algerini,i senegalesi, i nigeriani, i cinesi, gli albanesi, i rumeni, Il bello però è che nel corso del tempo, seppure a fatica, anche i nuovi arrivati hanno cominciato a sentirsi un po’ torinesi: e così i siciliani, si sono a loro volta lamentati con i calabresi e poi per tutti  gli arrivati dopo di loro. Quanto ai rumeni aspettano con ansia che a Torino si decida a emigrare qualcun altro perché loro come ultimi arrivati, non sanno con chi prendersela”.(pag,26, Culicchia, Torino è casa mia)

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=xbSySHzkHeA[/youtube]

Di recente i vecchi locali industriali sono diventati luoghi culturali, grazie anche a Renzo Piano, che he hanno favorito la trasformazione in villaggi olimpici, in pinacoteche artistiche e discoteche, come è avvenuto per il Lingotto, le OGR  e i Docks Dora, ma anche le carceri nuove ospitano concerti e mostre d’arte.

Notevole chicca di Torino è il Museo del Cinema, ma abbiamo anche il secondo museo egizio al mondo e i 5 km di portici che da Corso Re Umberto, quando piove, ci fanno da ombrello fino al Po e ai Murazzi. Gli amanti del teatro si possono dilettare con le opere liriche in programma al Regio, ma anche con le commedie e il teatro sperimentale al Carignano, al Gobetti, al Colosseo, al Santa Giulia di Barolo, all’Alfieri, al Vecchio teatro nuovo.

Sotto la Mole Antonelliana imperversano nuovi fenomeni sociali: si fanno ancora le manifestazioni,si organizzano flashmob in piazza Castello, insomma si fa della strada un nuovo palcoscenico in cui a seconda dei mesi, si alternano eventi attesissimi come Paratissima, Torino Film Festival, Cinemambiente, Il Festival internazionale del cinema omosessuale, Fringe, che fanno concorrenza a quelli più istituzionali come il Salone del Libro, del Gusto, Artissima.

Gli scorci di Torino sono migliaia, e ne accentuano il suo volto intellettuale; diverse sono le anime di questa città:

c’è la Torino-bene che frequenta piazza Vittorio Veneto, uno dei tre poli per l’aperitivo in città, ma rivela anche un’anima alternativa che si veste da hypster, e bazzica intorno al Palazzo Nuovo; c’è poi un’anima multietnica, che è più visibile nel quartiere di S.Salvario, pullulante di circoli Arci, cinema d’essai e librerie aperte anche di sera, in cui si può applaudire qualche scrittore o poeta alzando il gomito e piluccando cous cous e tomini in cambio di un calice di vino sfuso; c’è un’anima vintage, retrò che reindossa bretelle e pois, che rivisita il ballo swing degli anni Trenta, emulando un po’ il gusto per il revival parigino; c’è la Torino truzza, che va ancora in discoteca, e balla house a palla; e poi ci sono i cabinotti, che si mimetizzano anche tra i colleghi d’ufficio e che magari si incrociano in qualche baruccio del Quadrilatero Romano sempre per l’apericena.

A Torino quando si è stressati si può andare all’hammam di via Fiochetto e alle Terme di Corso Vittorio e di via Porta Palatina.Oppure al Parco del Valentino a fare una passeggiata mentre in riva al Po vogano i canottieri.

Il sabato mattina ogni tanto si va al Balon, vicino a Porta Palazzo, dove volendo si può imparare sia l’arabo che il cinese dai venditori e negozianti; diretti a Borgo Dora, molti torinesi si fermano in piazza della Consolata per fare colazione al Bicerin; le madamine invece preferiscono mercati più rinomati, come la Crocetta e S.Rita-

A Torino gli universitari vanno al Poli o a Palazzo Nuovo, e si muovono in Tobike, e nel week end, se possono, tornano a casa da mamma e papà.

Solo qualcuno si ritira in montagna, per godersi la neve d’inverno, per arrampicare su una parete vera, e  per concedersi  un trekking al sole in una delle valli delle nostre bellissime Alpi, e finalmente respirare.

 

 

20 commenti su “Torino è casa mia”

  1. Bellissimo articolo,non nascondo però di provare un pizzico di nostalgia per la vecchia Torino, il tempo passa bisogna star dietro al progresso e all’emancipazione dei tempi.

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  2. Torino è bellissima.. l’ho scoperta quando studiavo a Palazzo Nuovo e mi piace sempre tornarci.. adoro i caffè storici, le magnifiche piazze, la zona di Via Po, tutto il Centro in realtà.. i portici, il Quadrilatero, i Murazzi.. Grazie per questo post!!

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  3. Aggiungerei che Torino è “a misura d’essere umano”: niente è troppo lontano e spesso è raggiungibile a piedi, in bici o usando la modernissima metro di cui la città si è recentemente dotata!

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  4. Non ritengo Torino la mia città, anzi, la critico (come faccio con ogni grande città), la evito (la folla mi snerva), sberleffo tutte le nuove strutture futuristiche di strambi architetti, ne odio la gestione talvolta demenziale, mi irritano lo smog, l’afa estiva e l’umidità invernale ma poi…controbatto se qualcuno la critica, rimango affascinato dagli angoli più remoti, nelle giornate limpide mi commuovo per il panorama, adoro alcuni locali e la vita che ruota attorno ad essi, sono felice quando vedo turisti felici e, quando mi chiedono informazioni, mi dilungo a consigliare posti imperdibili; non riuscirei a vivere troppo lontano da lei e senza la sua vita culturale. Forse non lo voglio ammettere, ma la sento anche un po’ mia.

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  5. Senza contare che essere vicino a Milano potrebbe significare vivere nelle ridenti periferie dei comuni di Pero, Cormano, Rho… (Magari cancella questi ultimi commenti, altrimenti perdi tutti i possibili clienti Milanesi) 🙂

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  6. condivido !! E aggiungerei che la bellezza di Torino va scoperta poco a poco perchè spesso l’incanto non lo noti a prima vista. Fa la preziosa e si svela solo dopo che hai avuto la pazienza di cercarla, frequentarla e ascoltarla. Io ci ho messo quasi 10 anni prima di entrare in sintonia ma adesso certo non la cambierei con altre città nelle quali ho vissuto, tra le quali Milano. Non c’è confronto…..brava Laura !!

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  7. Grazie Maura per la condivisione, e per avermi fatto riflettere sul fatto che durante i Giochi Invernali del 2006, chi ha avuto la fortuna di viversi l’emozionante atmosfera olimpica, anche i meno barotti, in fondo si è sentito per una volta “torinese” dentro…lo ammetto 😉

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  8. premetto che io sono un provinciale, mi piace lo spazio aperto, il camino nella casa, il giardino quando esco di casa, andare al mercato e salutare amici e conoscenti, l’ uscire e trovarsi all’ angolo con amici senza doversi organizzare, per me andare fuori città ha sempre voluto dire andare in montagna a camminare, nella natura o in altre città medio – piccole.
    Queste cose nella grande città sono alquanto rare e Torino non fa eccezione.

    Però negli ultimi anni per vari motivi ho frequentato molto Torino, senza avere la nostalgia per la vecchia Torino, per me questa Torino è nuova ….. ed ho imparato ad apprezzarla, non è solo caos, traffico e anonimato come superficialmente pensavo, si possono vivere tutte le sfaccettature della vita attuale e multietnica, con le sue problematiche e i suoi interessi, i locali sono molti e frequentemente se ne scopre uno nuovo, si scopre una nuova zona, un nuovo angolo con sfumature diverse.
    Se devo raffrontare Torino con altre grandi città, direi proprio che la sua peculiarità e la diversità e la dinamicità, i luoghi e i locali possono essere molto diversi e vari, si respira una cultura varia e multietnica, a Torino e chi lo avrebbe mai detto mi sto affezionando…. la caratteristica della città e la varietà e la dinamicità …….

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    • Anch’io sono una provinciale ma tutte le volte che “scendo” a Torino rimango affascinata e mi riprometto di venirci ad abitare per qualche anno. Mi piace la cultura (che descrive Laura e che si respira per le strade), suddivisa tra Mole Antonelliana, bar della Torino bene, hammam, Museo del Cinema, Teatro Regio, ecc. L’imbarazzo della scelta!!
      Per chi avesse poco tempo per visitarla suggerisco questo blog http://www.zetablue.it/blog/come-godersi-torino-in-12-ore/

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  9. Condivido! Torino dipende dalle zone. Mi piace il centro, mi piacciono e il parco della Colletta la Pellerina e il Valentino, ma quando non ci sono “TROPPI” Marrocchini, Tunisini, Albanesi, Cinesi, ecc, mi piace la zona Rivoli, Santa Rita, Collegno vicino alla zona verde, il Lingotto con le due sale per i concerti, e la sua zona fiere le fiere, il panorama che si vede da Superga, il caffe “LAVAZZA” in via Garibaldi. Poi se hai i soldi “nella tasca” fai lo shopping, vai al ristorante, viaggi, vai a sentire il concerto o altro- tutte le città diventano subito moooooooooolto belle !
    All’ inizio, quando ero appena arrivata, passavo Torino come una turista e mi sentivo malissimo, una energetica pesante. Soprattutto perché dopo Odessa- energeticamente risultava molto stancante.
    Poco per volta ho scoperto il mondo musicale a Torino, essendo musicista andavo a sentire i concerti al Conservatorio, al teatro Alfieri, Carignano, Reggio, al Jazz club, all’ auditorium RAI, ecc. Questo mi caricava energeticamente, ma poi ho cominciato a chiedermi perché le sale sono piene di pensionati ? Ad Odessa, in Russia al teatro vanno tutti, giovani e non giovani.
    Anche a Torino se si vive vicino al parco, avendo un lavoro interessante, bello, stabile tutto diventa bello, con queste situazioni tutte le città diventano simpatiche!

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  10. Sarebbe bello, come succede non solo in Ucraina ma in tutti i paesi slavi, fidelizzare anche i giovani e i bambini italiani alla Musica e al teatro, a Torino per esempio il Regio organizza “Il Teatro con mamma e papà” per avvicinare i piccoli all’opera lirica, ma queste iniziative sono appena conosciute da chi in certi circoli culturali ci bazzica già, per studio o perchè l’ufficio si trova in centro. Trovo molto interessante il discorso energetico in rapporto al luogo in cui si vive, di cui parla Nataliya….e il punto di vista di chi come Massimo, che vive a Carmagnola, ma che poi trova in Torino fascini nuovi, che talvolta chi già ci vive non è in grado di cogliere….che begli spunti!

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  11. Torino..vero..e’ anche un po’ casa mia seppur non l’abbia mai sentita cosi’ tanto vicina come negli ultimi 3 anni…da quando ormai casa mia e’ l’Inghilterra..
    Torino e’ nel mio cuore, nei miei occhi e ogni volta che la sorvolo, in attesa di un ennesimo atterraggio al Pertini di Caselle..non nego che mi emoziono e gli occhi mi si velano di lacrime!
    Le montagne, i fiumi, le colline e poi la vita che si svolge in questa citta’..e poi le svariate etnie che la popolano e la rendono ancora pi’ speciale..oltre che magica!
    Grazie ragazzi per la condivisione e grazie Torino 🙂

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  12. Che bella Torino! Ed è bello sapere che i torinesi sono fieri della propria città!
    Io sono a Torino da quasi dieci anni ormai, sono arrivata nel pieno dei preparativi per le Olimpiadi, la città era tutto un fermento, me ne sono innamorata subito.
    Non rinnego le mie origini napoletane (figuriamoci!) ma adesso posso dire davvero che Torino è casa mia!
    Grazie Laura e Robi per questo bellissimo post!
    PS. a proposito, tra poco inizia il Torino Jazz Festival!;)

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  13. a proposito di flashmob swing e Jazz Festival, per chi fosse in piazza Castello il 1 maggio ecco un altro assaggio della nostra fervente Torino giovanile https://www.youtube.com/watch?v=DjVpO-4SeVw

    dON’T WORRY BE JAZZY 🙂

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  14. Ogni settimana sfoglio “Torino Sette” e mi dico:”Guarda quanta roba c’è!!! Questa settimana dobbiamo assolutamente andare lì o là”…poi invece, la ruralizzazione che mi attanaglia, non mi permette apprezzare tutto il fermento che c’è. Per me, la miglior alternativa post-industriale.
    Andrea

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  15. Ciao Tilly è la terza volta che leggo il tuo articolo, mi piace, mi piace tanto tanto e mi fa ricordare quanto sia bella Torino, quanto a modo suo mi abbia accolto, e con quanta forza mi dica “Paola, hai anche un’altra casa, non solo l’isola da cui vieni, ma anche io, Torino, che ti abbraccio con i miei corsi e i miei controviali”

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  16. Certo che questi vialoni son tanto ampli. Il centro è signorile e maestoso,forgiato per quei gradassi dei Savoia.E quanta gente in camicia ho visto.Far la spesa a porta palazzo riempie la borsa e lascia intatto il portafoglio,il Po e gran verde dappertutto e in un giorno cosa vuoi che veda!
    Vabbè,adoro visitare tutte le città italiane.Sì,anche Rovigo.

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