Torino è casa mia

“Torino è casa mia” l’ha detto Culicchia, ma lo penso anche io perché non è una città come un’altra, non solo per le alpi che la circondano. La si detesta per lo smog, qualcuno la ama per la Juve, e ci viene apposta per vederla sempre vincere, ma la si rimpiange quando vivendo all’estero, ci si perde la sua vita esplosiva culturale, che germoglia sotto vari nomi e forme.  Per molti italiani e stranieri, continua a essere una città industriale, perché la Fiat, ma anche il Lingotto, in passato hanno dato lavoro a quegli operai arrivati in treno dal Meridione e dal Nord-est non ancora baciato dal Miracolo.

A proposito dei migranti, i torinesi si lamentano che “dalla stazione di Porta Nuova,  sono arrivati in troppi, prima tutti quei siciliani, poi tutti quei calabresi, i napoletani, i pugliesi, i marocchini, i tunisini, gli algerini,i senegalesi, i nigeriani, i cinesi, gli albanesi, i rumeni, Il bello però è che nel corso del tempo, seppure a fatica, anche i nuovi arrivati hanno cominciato a sentirsi un po’ torinesi: e così i siciliani, si sono a loro volta lamentati con i calabresi e poi per tutti  gli arrivati dopo di loro. Quanto ai rumeni aspettano con ansia che a Torino si decida a emigrare qualcun altro perché loro come ultimi arrivati, non sanno con chi prendersela”.(pag,26, Culicchia, Torino è casa mia)

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Di recente i vecchi locali industriali sono diventati luoghi culturali, grazie anche a Renzo Piano, che he hanno favorito la trasformazione in villaggi olimpici, in pinacoteche artistiche e discoteche, come è avvenuto per il Lingotto, le OGR  e i Docks Dora, ma anche le carceri nuove ospitano concerti e mostre d’arte.

Notevole chicca di Torino è il Museo del Cinema, ma abbiamo anche il secondo museo egizio al mondo e i 5 km di portici che da Corso Re Umberto, quando piove, ci fanno da ombrello fino al Po e ai Murazzi. Gli amanti del teatro si possono dilettare con le opere liriche in programma al Regio, ma anche con le commedie e il teatro sperimentale al Carignano, al Gobetti, al Colosseo, al Santa Giulia di Barolo, all’Alfieri, al Vecchio teatro nuovo.

Sotto la Mole Antonelliana imperversano nuovi fenomeni sociali: si fanno ancora le manifestazioni,si organizzano flashmob in piazza Castello, insomma si fa della strada un nuovo palcoscenico in cui a seconda dei mesi, si alternano eventi attesissimi come Paratissima, Torino Film Festival, Cinemambiente, Il Festival internazionale del cinema omosessuale, Fringe, che fanno concorrenza a quelli più istituzionali come il Salone del Libro, del Gusto, Artissima.

Gli scorci di Torino sono migliaia, e ne accentuano il suo volto intellettuale; diverse sono le anime di questa città:

c’è la Torino-bene che frequenta piazza Vittorio Veneto, uno dei tre poli per l’aperitivo in città, ma rivela anche un’anima alternativa che si veste da hypster, e bazzica intorno al Palazzo Nuovo; c’è poi un’anima multietnica, che è più visibile nel quartiere di S.Salvario, pullulante di circoli Arci, cinema d’essai e librerie aperte anche di sera, in cui si può applaudire qualche scrittore o poeta alzando il gomito e piluccando cous cous e tomini in cambio di un calice di vino sfuso; c’è un’anima vintage, retrò che reindossa bretelle e pois, che rivisita il ballo swing degli anni Trenta, emulando un po’ il gusto per il revival parigino; c’è la Torino truzza, che va ancora in discoteca, e balla house a palla; e poi ci sono i cabinotti, che si mimetizzano anche tra i colleghi d’ufficio e che magari si incrociano in qualche baruccio del Quadrilatero Romano sempre per l’apericena.

A Torino quando si è stressati si può andare all’hammam di via Fiochetto e alle Terme di Corso Vittorio e di via Porta Palatina.Oppure al Parco del Valentino a fare una passeggiata mentre in riva al Po vogano i canottieri.

Il sabato mattina ogni tanto si va al Balon, vicino a Porta Palazzo, dove volendo si può imparare sia l’arabo che il cinese dai venditori e negozianti; diretti a Borgo Dora, molti torinesi si fermano in piazza della Consolata per fare colazione al Bicerin; le madamine invece preferiscono mercati più rinomati, come la Crocetta e S.Rita-

A Torino gli universitari vanno al Poli o a Palazzo Nuovo, e si muovono in Tobike, e nel week end, se possono, tornano a casa da mamma e papà.

Solo qualcuno si ritira in montagna, per godersi la neve d’inverno, per arrampicare su una parete vera, e  per concedersi  un trekking al sole in una delle valli delle nostre bellissime Alpi, e finalmente respirare.