Esco dal seminato montano per raccontarvi delle mie sensazioni a 4 mesi dal mio rientro in Italia. In particolare per tutto ciò che non è stato Montagna e Natura ma il re-incontro con la società occidentale. Sono tanti gli aspetti che differenziano l’oriente dall’occidente; quello che più mi ha investito è il ritmo di vita.
Ciò che più mi manca della Thailandia è l’armonia e la pace che esiste tra gli esseri umani. La voglia di ridere, di scherzare al di là di tutto.
Questa leggerezza credo nasca da ciò che noi occidentali brandiamo come spada del Bene e diritto fondamentale: la libertà.
La libertà qui è a portata di tutti. Il problema della “nostra” libertà è che rimane soggetta ad un grande supervisore: il denaro. Si misura. Si può sempre accrescere. La libertà si brama, si suda e si compra. La possibilità di avere sempre più libertà è la carota posta davanti a un cane che gira intorno a se stesso sempre più veloce.
Questa pretesa di libertà ha una conseguenza diretta: la folle pretesa di controllare la propria vita. Questa illusione provoca frustrazione e angoscia.
Qui spesso sento di perdere il contatto con la realtà. Giorno dopo giorno. Ciò che occupa la mia testa sono i problemi, la risoluzione dei problemi e le voglie latenti infinite che mi occupano, posto come sono di fronte ad infite possibilità. Tutto è posto all’attento vaglio della scelta e spesso queste possibilità, invece che appagarmi, accrescono le mie insicurezze. Spesso mi sento spaesato e in difficoltà nella scelta, sempre con il dubbio che la scelta migliore mi sarà chiara appena dopo aver scelto un’altra opzione. I thailandesi non avevano grandi scelte da fare nella vita. Proprio per questo riuscivano a godersela. Perchè il senso della vita non sta nella possibilità di fare quello che si vuole.
E’ raro sentirsi appagati in una società che stimola il confronto così tanto come la nostra. Una società dove accontentarsi sembra esser peccato e dove prevalere è fondamentale per sopravvivere. Dove primeggiare significa lottare e vincere contro altri e non godere del proprio esistere, al di là delle difficoltà.
La libertà non esiste in occidente come in oriente. Libero è chi capisce di esser vivo. Questa ovvietà trovo sia spesso dimenticata nel nostro tram tram quotidiano, con conseguenze disastrose per la nostra umanissima natura, bistrattata e venduta per due infami denari. Eppure l’insegnamento l’avremmo anche ricevuto.
Segue un video che forse spiega meglio di qualsiasi discorso cosa mi manca della vita thai.
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