Safari alpino nel Parco del Gran Paradiso

Nel Parco del Gran Paradiso è nata la mia passione per le Alpi e non è un caso. Perchè Cogne, specialmente in questa stagione, è un paradiso terrestre, : incastonato in mezzo alle montagne, questa meraviglioso villaggio di 1500 abitanti offre panorami ed ambienti veramente bucolici ed idilliaci. Fu qui che all’età di 6 anni mio papà mi chiese: “vuoi andare laussù?” indicandomi i 3000m della Punta Fenilia. Non so che cosa mi attrasse al tempo, come del resto è difficile descrivere la spinta che mi motiva ancora adesso quando sento forte l’attrazione verso le vette. Eppure  ricordo bene che non esitai un attimo ad accettare. E di quella gita, indubbiamente impegnativa, non dimenticai  le immagini di una pietraia infinita, delle gambe di mio padre davanti a me che scandivano il passo, e il panino divorato in vetta ripieno di  mocetta e Philadelphia: il migliore che avessi mai mangiato. Quello è stato il seme della mia passione. Un seme che, con alti e bassi, è cresciuto e maturato. E oggi, vedere la Punta Fenilia mi inonda di emozioni.

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Il trekking con Marco è un classico dell’escursionismo. Valnontey -Rifugio Sella- Casolari dell’Herbetet – Valmiana – Valontey.  Alla sua primissima esperienza con la montagna, Marco è stato bravissimo ad affrontare psicologicamente una camminata molto lunga e faticosa per chi non è abituato al terreno accidentato dei sentieri alpini. Laura ha prestato il suo prezioso aiuto e, insieme, siamo riusciti a coronare il nostro anello in un week end meraviglioso. La traversata dal Sella ai casolari del Herbetet è un inno alla gioia per occhi e  spirito. Un sentiero-balcone su vette imponenti: dalla Rocciaviva al Gran San Pietro, alla Torre di Ceresole fino al Gran Paradiso. Il sentiero per arrivare al Sella è abbastanza semplice anche se 900m di dislivello per i non allenati si fanno sentire. Per fortuna il rifugio è davvero accogliente e ci ha regalato una bellissima sorpresa: verso sera un branco di 15/20 stambecchi si è avvicinato brucando al pianoro vicino al rifugio. Dopo decine di anni protetti dal parco, gli stambecchi possono vivere placidamente nel loro ambiente: un privilegio è  poterli osservare selvaggi nel loro habitat naturale, senza disturbarli troppo. Un vero safari alpino.

Il giorno seguente ci siamo incamminati per il sentiero a mezza costa che ci ha fatto percorrere la Valmiana ad alta quota(circa 2500m). Un tracciato esposto ma sicuro che, come detto, offre panorami mozzafiato e persino l’incontro con qualche camoscio. Ai nostri piedi, Rododentri , Nontiscordardime e Boton d’or, e in lontananza gli inconfondibili fischi delle marmotte.

Giunti a fondo valle si arriva all’anfiteatro finale, sotto il ghiacciaio della Tribolazione, che porta sin sulla vetta del Gran Paradiso. Qui lo scrosciare dell’acqua appena sciolta dai ghiacciai è pura espressione di forza della Natura selvaggia. Vari bivacchi permettono di pernottare in mezzo a questo punto che raccoglie tanta energia. Non questa volta però. Ripercorriamo la Valmiana a valle e torniamo, stanchi e felici, alla macchina, in cerca della suopetta 🙂

Chiudo con uno scritto secondo me molto bello trovato proprio sulla via di cui pubblico l’inizio:

“Qui c’è lo spazio.Qui l’aria pura. Qui il silenzio.

Il regno delle aurore intatte e degli animali selvatici.

Tutto quello che vi manca nelle città

qui è preservato per la vostra gioia”

 

3 commenti su “Safari alpino nel Parco del Gran Paradiso”

  1. al di là delle emozioni che ho provato dagli incontri ravvicinati con stambecch ie camosci, è stato curioso vivere un’esperienza oramai familiare(un trekking con Robi) dal punto di vista di un salernitano mai stato in montagna…e ascoltare il patois parlato dal barista a Valnontey….ho molto apprezzato l’attaccamento alla propria terra e alle proprie radici di questi valdostani, che sanno preservare un grande patrimonio, non solo naturale, ma culturale, linguistico, economico…..Cogne mi ha ricordato un po’ la Svizzera, ma viene preferita alle Dolomiti da molti lombardi, non a caso…spero di tornarci per assaggiare la mitica supetta, scampata per un pelo per via della lunghissima e travagliatissima discesa…….

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